
“Dristhi”, significa: sguardo, ed anche: visione, punto di vista, intelligenza, saggezza. Il Dristhi, è l’uso consapevole degli occhi durante la pratica, lo sguardo viene focalizzato in un punto esteriore, ma in realtà il vero sguardo è diretto interiormente. Il Dristhi, porta a Dharana, concentrazione, e a Dhyana, meditazione; mette a fuoco la coscienza in una visione di Unità, infatti permette di vedere il Divino in tutto e quindi il mondo viene visto in modo corretto.
E’ importante che durante il Dristhi, gli occhi vengano tenuti morbidi e rilassati, evitare di sforzarli, uno sguardo morbido, ci permette di “ammorbidire” l’attenzione portandola oltre l’apparire esteriore, verso la pura essenza interiore. Utilizzare il Dristhi durante la pratica permette anche di allineare il corpo, di dirigere correttamente l’azione durante il movimento e di aiutare il bilanciamento.
Ogni Asana ha un suo Dristhi, ce ne sono nove tipi:
Nasagrai: punta del naso, come in Purvottanasana.
Broomadhya: Ajna Chakra, terzo occhio, come in Urdhva Mukha Svanasana.
Nabi Chakra: ombelico, come in Adho Mukha Svanasana.
Hastagrai: mano, come in Trikonasana e Virabhadrasana B.
Angustha ma dyai: pollici, come in Virabadrasana A.
Padhayoragray: alluci, come in Paschimottanasana.
Parsva dristhi: a destra, come in Pashasana
Parsva dristhi: a sinistra, “ “ “
Urdva o Antara dristhi: verso l’alto, come in Utkatasana.